edizioni complementari
Vitalità del negativo nell'arte italiana 1960/1970. A cura di Achille Bonito Oliva. Firenze, Centro Di, 1970.
e
Ugo Mulas. Vitalità del negativo. Saggio critico di Giuliano Sergio. Milano, Johan and Levi editori, 2010.
"Verifica 3. Il tempo fotografico. A Jannis Kounellis.
Questa verifica non potevo non dedicarla a Kounellis perché l'immagine che si ripete sui 36 fotogrammi è la stessa che Janni Kounellis aveva predisposto alla mostra ‘Vitalità del negativo' che si tenne proprio tra il dicembre del '70 e il gennaio del '71 al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Kounellis aveva un pianoforte a coda nell'angolo di un grande salone quadrato di cui aveva predisposto le misure. Due volte al giorno, alcune ore al mattino, alcune ore al pomeriggio, un suo amico... suonava un pezzo di Nabucco che Kounellis aveva in parte modificato in modo che questo motivo ritornasse ossessivamente... Quello che contava era l'immagine di questo pianoforte a coda reso piccolissimo dal grande spazio che lo circondava, bianco, e la musica...Una singola foto avrebbe avuto senso come documento... Ma a me come fotografo questo non diceva molto... Volevo proprio che tutto fosse detto fotograficamente." Ugo Mulas, pagina 38.
//www.johanandlevi.com/
Vitalità del negativo nell'arte italiana 1960/1970. A cura di Achille Bonito Oliva. Firenze, Centro Di, 1970.
e
Ugo Mulas. Vitalità del negativo. Saggio critico di Giuliano Sergio. Milano, Johan and Levi editori, 2010.
"Verifica 3. Il tempo fotografico. A Jannis Kounellis.
Questa verifica non potevo non dedicarla a Kounellis perché l'immagine che si ripete sui 36 fotogrammi è la stessa che Janni Kounellis aveva predisposto alla mostra ‘Vitalità del negativo' che si tenne proprio tra il dicembre del '70 e il gennaio del '71 al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Kounellis aveva un pianoforte a coda nell'angolo di un grande salone quadrato di cui aveva predisposto le misure. Due volte al giorno, alcune ore al mattino, alcune ore al pomeriggio, un suo amico... suonava un pezzo di Nabucco che Kounellis aveva in parte modificato in modo che questo motivo ritornasse ossessivamente... Quello che contava era l'immagine di questo pianoforte a coda reso piccolissimo dal grande spazio che lo circondava, bianco, e la musica...Una singola foto avrebbe avuto senso come documento... Ma a me come fotografo questo non diceva molto... Volevo proprio che tutto fosse detto fotograficamente." Ugo Mulas, pagina 38.
//www.johanandlevi.com/