"... riteniamo il titolo ‘arte programmata' il più appropriato a definire i nostri esperimenti,
per la maggior parte dei nostri lavori sarà da precisare che il programmatore dell'opera è lo stesso spettatore
che sceglie una visuale piuttosto che un'altra oppure ne determina delle variazioni indeterminabili
cogliendo l'oggetto nel movimento della sua visuale.";
in Programmare l'arte, Milano 2012, pagina 15.
per la maggior parte dei nostri lavori sarà da precisare che il programmatore dell'opera è lo stesso spettatore
che sceglie una visuale piuttosto che un'altra oppure ne determina delle variazioni indeterminabili
cogliendo l'oggetto nel movimento della sua visuale.";
in Programmare l'arte, Milano 2012, pagina 15.